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    PROVAGLIO D'ISEO

 

PROVAGLIO D'ISEO

Nonostante Provaglio d’Iseo si distenda ai piedi di un rilievo prealpino, che e’ il suo distintivo paesaggistico piu’ appariscente e che gli ha dato parecchio da vivere, non puo’ esattamente definirsi un paese di montagna. Se non altro perche’ sorge al piano, tra le prime alture degli archi collinari franciacortini. Ne’ puo’ essere definito un paese lacustre, nonostante il lago sia li’ a due passi e sia confluito percio’ nel suo nome. Allora, che paese e’? I Provagliesi direbbero: “Provaglio e’ Provaglio”, con quella burbera perentorieta’ che spesso maschera una perplessita’ irresolubile. Provaglio non e’ ne’ un paese di montagna, ne’ di lago, ne’ di collina, ne’ di pianura. Provaglio e’ Provaglio, col suo monte, i suoi colli, le piane distese, le terracquee Torbiere e il Lago dietro l’angolo. E col suo Monastero. Perche’, oltre alla geografia non omologabile, anche lo spirito autonomistico cluniacense ha contribuito a renderlo una realta’ un po’ a se’ stante, proprio nei secoli della sua infanzia e della formazione del carattere.
Quello che, con le frazioni di Provezze e Fantecolo, e’ oggi un Comune di 6.000 abitanti, deriva dalla unificazione amministrativa e urbanistica di una decina di piccoli nuclei rurali originari, rimasti agricoli e distinti fino al secondo dopoguerra (alcuni, distinti, lo sono tuttora). Possiede ormai dei buoni insediamenti industriali e una promettente struttura di servizio alle imprese, pur conservando parecchia campagna. Una accorta revisione del PRG e della viabilita’ ha dato ordine e misura alla inevitabile espansione, schivando quegli scempi e intasamenti che l’individualismo edificatorio degli Italiani spesso produce. I dieci nuclei storici originari sono tutti riconoscibili e salvi nella struttura, taluni commoventemente quasi integri. Col concorso di sensibilita’ pubbliche, private e associate, si sono avviate operazioni culturali e realizzati interventi ‘materiali’ a salvaguardia del patrimonio ambientale e storico. Non solo il Monastero, ma anche la memoria degli uomini, le chiesette, le ville e i palazzi, i cascinali, le torbiere, il monte e le colline. Si e’ trovato perfino un modo decoroso di farsi carico dei rifiuti, invece di lavarsene le mani sbolognandoli ad altri, come detta una moda solo italiana, e cosi’ irresponsabile da sembrare a molti innocente. “E il centro commerciale?”, chiedera’ qualcuno. Quello non c’e’. Pero’, per passare serenamente il tempo tra cose interessanti, per vie tranquille e ampi spazi verdi, le occasioni non mancano. Senza alcun rischio di morir di fame.